domenica 12 luglio 2009
ITALIA ANCORA LONTANA DA KYOTO
"Italia ancora lontana da Kyoto Bene Francia, Germania e Gb"
Il WWF boccia cinque degli otto grandi della Terra in materia di emissioni inquinanti. Usa maglia nera. Tra gli emergenti spiccano Sud Africa e Messico
Germania, Regno Unito e Francia sono i paesi più virtuosi nelle politiche climatiche, avendo già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto. L’Italia resta ferma al quarto posto per il terzo anno consecutivo, collocandosi a un livello intermedio insieme al Giappone. Restano di gran lunga indietro il Canada, la Russia e gli Usa, anche se questi ultimi, grazie alle iniziative pianificate o annunciate dell’amministrazione Obama, hanno comunque guadagnato una posizione rispetto all’ultimo posto dell’anno scorso. La «classifica» è stilata dal rapporto «G8 Climate Scorecards», promosso da WWF e Allianz e realizzato da Ecofys sulla base dell’andamento delle emissioni di gas serra a partire dal 1990, la quota di energie rinnovabili e l’efficienza delle politiche climatiche. Secondo lo studio, da un lato è stato fatto qualche sforzo ma l’azione intrapresa resta comunque insufficiente per indirizzare il mondo verso un’economia a basso contenuto di carbonio e per limitare l’innalzamento della temperatura media globale al di sotto della soglia critica di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, mentre continua a mancare una chiara leadership tra le nazioni considerate. Lontani appaiono gli obiettivi che il WWF ritiene necessari, ovvero, per i Paesi industrializzati la riduzione di almeno il 40% delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (di cui il 30-35% realizzate su territorio nazionale) e la riduzione del 95% delle emissioni entro il 2050; per i Paesi in via di sviluppo, la deviazione dall’aumento delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020, sempre rispetto al 1990. La Germania è l’unica ad aver aumentato significativamente la propria quota di energie rinnovabili, mentre in ben quattro dei Paesi - G8 Canada, Francia, Giappone e Usa - questa quota è rimasta invariata o è addirittura diminuita. Bene anche il Regno Unito, che ha già raggiunto il proprio obiettivo di Kyoto grazie alla transizione dal carbone al gas negli anni ’90 e ha approvato una innovativa politica climatica nazionale, mentre la Francia ha emissioni relativamente basse grazie soprattutto all’utilizzo di energia nucleare, che il WWF non considera però una soluzione sostenibile. Sono ancora lontani gli obiettivi per l’Italia, che oscilla tra misure incoraggianti (come la promozione dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria e il conto energia per le rinnovabili), e misure che il WWF considera negative come il via a nuove centrali a carbone e i finanziamenti al nucleare.Il Giappone - sottolinea il rapporto - ha ottenuto buoni risultati nell’efficienza dei trasporti, ma ha emissioni assolute ancora troppo alte e anche se gli Stati Uniti stanno sperimentando la migliore politica climatica degli ultimi tre decenni, restano comunque il Paese con la maggiore quantità di emissioni complessive e su base pro capite. A chiudere la classifica sono infine la Russia, che ha diminuito le proprie emissioni solo grazie alla crisi economica che ha colpito il Paese dal 1990 al 1999, tanto che da allora sono tornate a crescere, e il Canada, le cui emissioni sono addirittura in costante aumento. Per quanto riguarda i Paesi emergenti, il rapporto evidenzia come tutti e cinque i Paesi considerati stiano dandosi da fare per rallentare le emissioni in futuro: il Sud Africa si è dato un obiettivo di riduzione del 30% entro il 2050, il Messico del 50% entro la stessa data, mentre Cina, India e Brasile stanno sviluppando sempre di più energie rinnovabili ed efficienza energetica. Secondo WWF Allianz è necessario giungere a un valido accordo al vertice di Copenaghen ed è cruciale limitare l’innalzamento della temepratura globale a meno di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. «La prima, vera azione da parte dei Paesi del G8 deve essere l’esempio - ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF Italia - non si può chiedere agli altri quello che non si è (o non si è stati) capaci di fare in casa propria, quando i cambiamenti climatici sono il prodotto della nostra industrializzazione. Il rapporto che il WWF, insieme ad Allianz, ha per il terzo anno stilato, parla chiaro: si è fatto ancora poco. Esclusa la Germania , che mostra un piccolo progresso, gli altri Paesi sono al palo o addirittura, come Canada e Russia, in peggioramento. L’Italia vivacchia a metà classifica, come al solito unendo provvedimenti buoni a incentivi ai combustibili fossili, e soprattutto senza alcuna strategia precisa».
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