Conto Energia: superati i 500 MWp!
26 Giugno 2009 - Secondo il contatore del GSE, al 24 giugno la potenza totale in esercizio era di 510,5 MWp per un totale di oltre 40.000 impianti realizzati. Secondo il Gestore entro fine anno l’Italia arriverà a toccare quota 900 MWp.
I dati forniti dal contatore del Gestore Servizi Elettrici al 24 giugno 2009 ci dicono che è stata superata quota di 500 MWp di potenza fotovoltaica realizzata con il meccanismo di incentivazione del Conto Energia (operativo dal 2006). Si tratta di un risultato interessante che fa ben sperare per l’andamento del fotovoltaico italiano per il quale si attende una crescita maggiore nei prossimi mesi.
Attualmente la potenza in esercizio risulta pari a 510,5 MWp per un totale di 40.428 impianti fotovoltaici realizzati tra primo Conto Energia (148,3 MWp per 5.445 impianti) e nuovo Conto Energia (362,2 MWp per 34.983 impianti).
Nel solo 2009 la potenza installata ammonterebbe a circa 87 MWp (per 8.465 impianti).
Va tuttavia ricordato che i dati che il GSE segnala sul proprio contatore risalgono in genere a 40-50 giorni precedenti. Nonostante tale sfasamento temporale, il trend settimanale resterebbe comunque inferiore a quello del 2008, cioè pari a circa 4,8 MWp per settimana contro i 6,5 del 2008.
Questo rallentamento dei primi mesi del 2009 può essere imputabile al fattore stagionale (é risaputo infatti che con la bella stagione il numero delle installazioni di pannelli fotovoltaici accelera), ma soprattutto alla stretta sul credito che molte aziende si trovano a dover affrontare in questo periodo di crisi.
Nonostante ciò il Gestore stima che entro fine 2009 il nostro Paese arriverà a registrare un installato pari a 900 MWp cumulativi con circa 70.000 impianti con un’impennata delle installazioni nei mesi estivi.
sabato 27 giugno 2009
Domotica : la tecnologia che semplifica la vita
Domotica: la tecnologia che semplifica la vita
Si fa un gran parlare di domotica, o casa intelligente. Ma cos’è? Domotica deriva dal greco domos, che significa casa, e ticos, che significa discipline di applicazione. Si tratta di una scienza che studia l’utilizzo delle tecnologie che servono a migliorare la qualità della vita, la sicurezza, e allo stesso tempo mirano a ottimizzare i consumi dell’energia e a ridurre i costi di gestione di una in casa. In una parola, semplifica la vita! La domotica si occupa di far dialogare il più possibile le tecnologie fra loro, per renderle governabili in modo automatico o manuale da un unico sistema centralizzato.
Esempi di una casa intelligente
Immagina di essere al lavoro, e di poter inviare con un sms o via PC un comando alla tua abitazione per attivare il riscaldamento, e arrivare a casa trovandola già calda.
Oppure immagina di dover uscire di casa, e con un solo clic poter spegnere tutte le luci, chiudere tutte le tende esterne e allo stesso tempo attivare l’antifurto e abbassare il riscaldamento.
Un altro uso della domotica è quello di ottimizzare i consumi.
Vorresti una cucina ad induzione ma hai paura di creare continui black out per l’eccessiva richiesta di energia?
Niente paura, con la domotica è possibile far dialogare tutti gli elettrodomestici di casa facendoli gestire a questo sistema intelligente che li calibra e li coordina ottimizzando i consumi, evitando sprechi…e gli antipatici black out.
Infine, un esempio di lusso: immagina di sederti sul divano e che in automatico le tende si chiudano, le luci diventino soffuse e si attivi l’impianto audio – video. Insomma, gli scenari e gli utilizzi della domotica sono davvero seducenti.
I costi della domotica
Dopo questa breve introduzione non resta che chiedersi: può essere alla portata di tutti? Ecco la buona notizia: se fino a qualche anno fa gli impianti erano costosissimi e quindi appannaggio di pochi, oggi i costi stanno diventando decisamente più contenuti. Ovviamente poi dipende dal tipo di impianto richiesto: ci sono funzionalità basic, altre più raffinate e quindi costose.
Un anno fa al Klimahouse di Bolzano ho chiesto ad un rivenditore di sistemi domotici il range di costi: mi diceva che ci sono sistemi dai 5.000 euro ai 150.000 e oltre. Ma negli ultimi mesi nelle riviste specializzate ho visto che sono in commercio anche piattaforme più economiche, sotto i mille euro, comunque bisogna tenere conto che ci sono anche i costi aggiuntivi di installazione da parte di un tecnico, eventuali assistenze murarie, ecc.
Il bello di questi sistemi è che sono espandibili: si può iniziare con la sola predisposizione o facendo dialogare pochi impianti della propria casa e poi, nel tempo, è possibile ampliarlo integrando man mano tutte le tecnologie presenti.
Come funziona?
Per comunicare con la centrale domotica si utilizza un’interfaccia che può essere un telecomando, una tastiera, un touch screen, in certi casi più evoluti si può persino dialogare tramite il riconoscimento vocale. Il sistema di controllo centralizzato poi comunica il messaggio alle varie unità distribuite nella casa che sono connesse tra loro attraverso una rete, oppure onde radio, o con un BUS dedicato, ecc. Il sistema da un lato esegue i comandi dell’utente (ad esempio quello di spegnere tutte le luci della casa) dall’altro svolge funzioni in autonomia, come il mantenere il consumo di energia al di sotto di una certa soglia, e il generare comunicazioni di emergenza all’utente, come l’eventuale fuoriuscita di gas.
Dove si applica la domotica?
In genere, si tratta di coordinare gli impianti più comuni presenti in una casa: la climatizzazione, la distribuzione dell’energia elettrica, dell’acqua, del gas, delle reti informatiche e di quelle di comunicazione. Dal citofono all’antifurto, dall’accensione del riscaldamento alla regolazione delle luci e dell’impianto di irrigazione del giardino. Insomma, le possibili applicazioni sono moltissime. Ogni casa moderna, infatti, già dispone di molti impianti tecnologici che però non dialogano tra loro. Pensa solo ad una cosa: quanti telecomandi hai in casa? Un giorno, con la domotica, potrebbe essere solo uno.
N.B. Condizione imprescindibile della domotica: la semplicità d’uso. Il sistema centralizzato semplificherà davvero la vita se sarà facile da usare
Si fa un gran parlare di domotica, o casa intelligente. Ma cos’è? Domotica deriva dal greco domos, che significa casa, e ticos, che significa discipline di applicazione. Si tratta di una scienza che studia l’utilizzo delle tecnologie che servono a migliorare la qualità della vita, la sicurezza, e allo stesso tempo mirano a ottimizzare i consumi dell’energia e a ridurre i costi di gestione di una in casa. In una parola, semplifica la vita! La domotica si occupa di far dialogare il più possibile le tecnologie fra loro, per renderle governabili in modo automatico o manuale da un unico sistema centralizzato.
Esempi di una casa intelligente
Immagina di essere al lavoro, e di poter inviare con un sms o via PC un comando alla tua abitazione per attivare il riscaldamento, e arrivare a casa trovandola già calda.
Oppure immagina di dover uscire di casa, e con un solo clic poter spegnere tutte le luci, chiudere tutte le tende esterne e allo stesso tempo attivare l’antifurto e abbassare il riscaldamento.
Un altro uso della domotica è quello di ottimizzare i consumi.
Vorresti una cucina ad induzione ma hai paura di creare continui black out per l’eccessiva richiesta di energia?
Niente paura, con la domotica è possibile far dialogare tutti gli elettrodomestici di casa facendoli gestire a questo sistema intelligente che li calibra e li coordina ottimizzando i consumi, evitando sprechi…e gli antipatici black out.
Infine, un esempio di lusso: immagina di sederti sul divano e che in automatico le tende si chiudano, le luci diventino soffuse e si attivi l’impianto audio – video. Insomma, gli scenari e gli utilizzi della domotica sono davvero seducenti.
I costi della domotica
Dopo questa breve introduzione non resta che chiedersi: può essere alla portata di tutti? Ecco la buona notizia: se fino a qualche anno fa gli impianti erano costosissimi e quindi appannaggio di pochi, oggi i costi stanno diventando decisamente più contenuti. Ovviamente poi dipende dal tipo di impianto richiesto: ci sono funzionalità basic, altre più raffinate e quindi costose.
Un anno fa al Klimahouse di Bolzano ho chiesto ad un rivenditore di sistemi domotici il range di costi: mi diceva che ci sono sistemi dai 5.000 euro ai 150.000 e oltre. Ma negli ultimi mesi nelle riviste specializzate ho visto che sono in commercio anche piattaforme più economiche, sotto i mille euro, comunque bisogna tenere conto che ci sono anche i costi aggiuntivi di installazione da parte di un tecnico, eventuali assistenze murarie, ecc.
Il bello di questi sistemi è che sono espandibili: si può iniziare con la sola predisposizione o facendo dialogare pochi impianti della propria casa e poi, nel tempo, è possibile ampliarlo integrando man mano tutte le tecnologie presenti.
Come funziona?
Per comunicare con la centrale domotica si utilizza un’interfaccia che può essere un telecomando, una tastiera, un touch screen, in certi casi più evoluti si può persino dialogare tramite il riconoscimento vocale. Il sistema di controllo centralizzato poi comunica il messaggio alle varie unità distribuite nella casa che sono connesse tra loro attraverso una rete, oppure onde radio, o con un BUS dedicato, ecc. Il sistema da un lato esegue i comandi dell’utente (ad esempio quello di spegnere tutte le luci della casa) dall’altro svolge funzioni in autonomia, come il mantenere il consumo di energia al di sotto di una certa soglia, e il generare comunicazioni di emergenza all’utente, come l’eventuale fuoriuscita di gas.
Dove si applica la domotica?
In genere, si tratta di coordinare gli impianti più comuni presenti in una casa: la climatizzazione, la distribuzione dell’energia elettrica, dell’acqua, del gas, delle reti informatiche e di quelle di comunicazione. Dal citofono all’antifurto, dall’accensione del riscaldamento alla regolazione delle luci e dell’impianto di irrigazione del giardino. Insomma, le possibili applicazioni sono moltissime. Ogni casa moderna, infatti, già dispone di molti impianti tecnologici che però non dialogano tra loro. Pensa solo ad una cosa: quanti telecomandi hai in casa? Un giorno, con la domotica, potrebbe essere solo uno.
N.B. Condizione imprescindibile della domotica: la semplicità d’uso. Il sistema centralizzato semplificherà davvero la vita se sarà facile da usare
Produrre energia direttamente dallo spazio , che idea!!
Chi l’ha detto che per produrre energia pulita saremo costretti a costruire, a spese nostre, dei pannelli solari sui tetti delle nostre case? Vanno a rilento anche i progetti delle grandi opere solari, cioè quelle distese di pannelli che dovrebbero ricoprire una grossa fetta del deserto del Sahara o di altri deserti mondiali (si parla anche della zona di Las Vegas). E allora come fare per avere energia pulita e a basso prezzo, che non dia fastidio a nessuno?
Facile, la andiamo a prendere dallo spazio. Lì sicuramente non si può dire che manchi la luce del sole, visto che la parte illuminata attorno alla nostra atmosfera ha temperature di gran lunga superiori a quelle percepite da noi sulla Terra. Il progetto risale a meno di due anni fa ed è, ovviamente, americano. La società che se ne occuperà si chiama Space Energy, con il supporto del US National Security Strategy e del Pentagono. Si tratta di inviare nello spazio dei satelliti che funzionino da centrali fotovoltaiche, in grado di “lanciare” l’energia prodotta sulla Terra direttamente con onde radio a bassa frequenza.
Se c’è ancora qualcuno scettico su questo metodo di produzione di energia elettrica, basti pensare che in un anno questi satelliti, con una pannellazione di circa un chilometro, sarebbero in grado di produrre la stessa quantità di energia elettrica prodotta da tutti i giacimenti di petrolio presenti sulla Terra.
Facile, la andiamo a prendere dallo spazio. Lì sicuramente non si può dire che manchi la luce del sole, visto che la parte illuminata attorno alla nostra atmosfera ha temperature di gran lunga superiori a quelle percepite da noi sulla Terra. Il progetto risale a meno di due anni fa ed è, ovviamente, americano. La società che se ne occuperà si chiama Space Energy, con il supporto del US National Security Strategy e del Pentagono. Si tratta di inviare nello spazio dei satelliti che funzionino da centrali fotovoltaiche, in grado di “lanciare” l’energia prodotta sulla Terra direttamente con onde radio a bassa frequenza.
Se c’è ancora qualcuno scettico su questo metodo di produzione di energia elettrica, basti pensare che in un anno questi satelliti, con una pannellazione di circa un chilometro, sarebbero in grado di produrre la stessa quantità di energia elettrica prodotta da tutti i giacimenti di petrolio presenti sulla Terra.
Solar Tower Australia
Solar Tower Australia
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da www.reuk.co.uk
A Wenworth (Australia), circa 300 chilometri a Est di Adelaide, esiste da quasi 3 anni un pezzo di futuro.
La chiamano semplicemente ‘Solar Tower’ ovvero torre solare.
La realtà è che si tratta di una delle centrali alimentata da fonti rinnovabili fra le più efficienti ed innovative installate negli ultimi anni.
Il sito scelto per la costruzione della torre è una frazione di deserto, un elemento di cui l’Australia dispone in abbondanza.
Un deserto che presenta due elementi di vantaggio: gli spazi e l’abbondanza di sole. Una porzione di pianeta che altrimenti non rivestirebbe particolare importanza per l’inadeguatezza all’insediamento umano e alla vita in genere.
Ma è soprattutto la tecnologia della centrale a stupire.
Una tecnologia che si può definire ibrida, perchè sfrutta paritariamente due fonti rinnovabili: il sole e il vento.
E’ davvero meraviglioso il processo di trasformazione in energia operato dalla torre. Partiamo dalla struttura.
Ai piedi della struttura e per una superficie di diversi ettari, il suolo è ricoperto di superficie speculari con una funzione ben precisa: generare un effetto serra controllato.
Il calore del sole, viene utilizzato per riscaldare l’aria alla base della torre la cui particolare struttura favorisce la risalita verso l’alto. Infatti il ‘vento’ caldo che si genera, coadiuvato dalle pareti lisce, ascende ad una velocità consistente e arriva ad alimentare il complesso di turbine eoliche disposte lungo la torre.
Il risultato ottenuto è energia continua e in abbondanza capace di alimentare il fabbisogno di circa 200.000 persone.
Per avere una misura, la Solar Tower produce una resa pare a quella di una piccola centrale nucleare.
Benvenuti nel futuro.
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da www.reuk.co.uk
A Wenworth (Australia), circa 300 chilometri a Est di Adelaide, esiste da quasi 3 anni un pezzo di futuro.
La chiamano semplicemente ‘Solar Tower’ ovvero torre solare.
La realtà è che si tratta di una delle centrali alimentata da fonti rinnovabili fra le più efficienti ed innovative installate negli ultimi anni.
Il sito scelto per la costruzione della torre è una frazione di deserto, un elemento di cui l’Australia dispone in abbondanza.
Un deserto che presenta due elementi di vantaggio: gli spazi e l’abbondanza di sole. Una porzione di pianeta che altrimenti non rivestirebbe particolare importanza per l’inadeguatezza all’insediamento umano e alla vita in genere.
Ma è soprattutto la tecnologia della centrale a stupire.
Una tecnologia che si può definire ibrida, perchè sfrutta paritariamente due fonti rinnovabili: il sole e il vento.
E’ davvero meraviglioso il processo di trasformazione in energia operato dalla torre. Partiamo dalla struttura.
Ai piedi della struttura e per una superficie di diversi ettari, il suolo è ricoperto di superficie speculari con una funzione ben precisa: generare un effetto serra controllato.
Il calore del sole, viene utilizzato per riscaldare l’aria alla base della torre la cui particolare struttura favorisce la risalita verso l’alto. Infatti il ‘vento’ caldo che si genera, coadiuvato dalle pareti lisce, ascende ad una velocità consistente e arriva ad alimentare il complesso di turbine eoliche disposte lungo la torre.
Il risultato ottenuto è energia continua e in abbondanza capace di alimentare il fabbisogno di circa 200.000 persone.
Per avere una misura, la Solar Tower produce una resa pare a quella di una piccola centrale nucleare.
Benvenuti nel futuro.
Le Banche finanziano le fonti rinnovabili
Le banche finanziano le fonti rinnovabili
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da www.altrenotizie.org
Il privato che vuole dotarsi di un piccolo impianto fotovoltaico, necessario alle sue esigenze spesso non dispone dei fondi necessari per la messa in opera. L’investimento iniziale è cospicuo e si aggira anche per gli impianti più modesti su cifre a 4 zeri.
Ovviamente gli incentivi negli anni permettono di ammortizzare completamente la spesa iniziale, tuttavia il discorso è che in pochi hanno da investire di tasca loro una cifra cospicua.
Lo stesso discorso si ripropone per le aziende che ovviamente necessitano di impianti di una certa dimensione e nella maggior parte dei casi non possono permettersi di destinare grosse cifre alla causa.
E’ in questa fase che gli Istituti di credito intervengono a sostegno dell’investimento, permettendo all’investitore di disporre subito del denaro sufficiente alla costruzione e messa in opera dell’impianto e contestualmente consetendogli di dilazionare la restituzione del prestito a lungo termine. Un dato importante perchè l’investimento nell’impianto si ‘ripaga’ solo ad anni di distanza dalla costruzione.
Oggi, in Italia, sono diverse le banche che si sono lanciate nell’avventura del credito a questo settore strategico.
Le loro offerte variano da un semplice prestito per la messa in opera degli impianti, a offerte destinate agli investitori che vogliono razionalizzare i propri consumi a partnership con le aziende fornitrici di impianti solari.
Concludiamo con i link alle principali offerte di 2 Istituti del settore.
Partiamo con il Gruppo Intesa San Paolo S.p.A. che offre 2 tipologie di investimento
- Privati clicca qui per visualizzare l’offerta
- Piccole Imprese clicca qui per visualizzare l’offerta
- Aziende clicca qui per visualizzare l’offerta
Proseguiamo con Banca Popolare Etica e il suo Progetto Energia
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Il privato che vuole dotarsi di un piccolo impianto fotovoltaico, necessario alle sue esigenze spesso non dispone dei fondi necessari per la messa in opera. L’investimento iniziale è cospicuo e si aggira anche per gli impianti più modesti su cifre a 4 zeri.
Ovviamente gli incentivi negli anni permettono di ammortizzare completamente la spesa iniziale, tuttavia il discorso è che in pochi hanno da investire di tasca loro una cifra cospicua.
Lo stesso discorso si ripropone per le aziende che ovviamente necessitano di impianti di una certa dimensione e nella maggior parte dei casi non possono permettersi di destinare grosse cifre alla causa.
E’ in questa fase che gli Istituti di credito intervengono a sostegno dell’investimento, permettendo all’investitore di disporre subito del denaro sufficiente alla costruzione e messa in opera dell’impianto e contestualmente consetendogli di dilazionare la restituzione del prestito a lungo termine. Un dato importante perchè l’investimento nell’impianto si ‘ripaga’ solo ad anni di distanza dalla costruzione.
Oggi, in Italia, sono diverse le banche che si sono lanciate nell’avventura del credito a questo settore strategico.
Le loro offerte variano da un semplice prestito per la messa in opera degli impianti, a offerte destinate agli investitori che vogliono razionalizzare i propri consumi a partnership con le aziende fornitrici di impianti solari.
Concludiamo con i link alle principali offerte di 2 Istituti del settore.
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venerdì 26 giugno 2009
L'energia solare arriverà dalle finestre
L'energia arriverà dalle finestre
NUOVI MATERIALI
Allo studio in Germania celle fotovoltaiche trasparenti per trasformare la luce solare in elettricità
Le celle solari possono anche essere trasparenti, nessuno esclude, che l’energia del sole potrebbe provenire da occhiali da sole, finestre o persino parabrezza. È solo questione di trovare il materiale giusto.
GLI SCIENZIATI TEDESCHI - Wolfgang Körner e altri ingegneri dell’Istituto Fraunhofer di Materiali Meccanici IWM di Friburgo, in Germania, stanno lavorando a un progetto per sfruttare le finestre dei palazzi come superfici da adibire a celle fotovoltaiche, cercando al tempo stesso di conservare le proprietà di trasparenza del vetro.
I PANNELLI-FINESTRE – La nuova tecnologia allo studio dei ricercatori dell’Istituto di Materiali Meccanici richiede l’uso di due tipi differenti di strati trasparenti: il primo tipo, già collaudato, è in grado di trasferire l’elettricità attraverso gli elettroni, n-conduttori, mentre per lo sviluppo del secondo tipo, in cui sono le lacune elettroniche, i cosiddetti p-conduttori, a consentire all’elettricità di scorrere, le tecnologie sono ancora insufficienti. I p-conduttori presentano molte problematiche e spesso la loro conduttività è troppo bassa e la trasparenza è scarsa.
MATERIALI CONDUTTIVI E TRASPARENTI - I materiali esistenti allo stato attuale non consentono di veicolare sufficiente elettricità né di mantenere la trasparenza, obiettivo che grazie a Körner e ai suoi colleghi potrebbe essere invece più vicino. Attraverso un microscopio elettronico i ricercatori tedeschi hanno studiato infatti la modalità di distribuzione degli elettroni nelle diverse strutture, calcolando così il potenziale di conduttività e trasparenza dei differenti materiali che potrebbe portare alla superficie ideale per la finestra energetica e trasparente. Fino ad ora il materiale più promettente sembra essere l’azoto, ma la ricerca dell'ideale per la finestra solare è appena iniziata.
L' auto del domani ? Sarà elettrica!
Bosch: «L'auto di domani? Sarà elettrica»
«nel 2015 saranno venduti 500mila veicoli l’anno»
Il ceo Bohr: avrà un'autonomia di 200 km, velocità massima di 120 km/h. Il problema è il costo delle batterie
BOXBERG - «Non c’è dubbio, l’auto del futuro sarà elettrica. Ma non invaderà subito le nostre strade». È chiaro il messaggio lanciato da Bernd Bohr, ceo di Bosch Automotive, il gruppo tedesco partner tecnologico di quasi tutta l’industria automobilistica. Già oggi l’auto elettrica potrebbe soddisfare l’esigenza di spostamento del 90% dei tedeschi (in Italia il dato cambia di poco) che percorre una distanza giornaliera inferiore agli 80 km, una distanza che può essere raggiunta già oggi con un qualsiasi prototipo elettrico. Nonostante questo, Bosch stima che per il 2015 i volumi mondiali di vendita dell’auto elettrica possano essere ancora limitati a un mercato di nicchia, soprattutto asiatico e in alcune città europee e nordamericane, di 500mila veicoli l’anno (per dare un’idea solo in Europa nel 2008 si sono vendute circa 14,5 milioni di auto).
BATTERIE AL LITIO - Come sarà fatta l’auto elettrica del 2015 ipotizzata da Bosch? Peserà circa mille kg, avrà un coefficiente aerodinamico minimo di 0,34, un motore da 40 kW (l’equivalente di 55 CV), una velocità massima di 120 km/h e un’autonomia di 200 km. Fondamentale per arrivare a garantire questi risultati sarà l’arrivo delle nuove batterie al litio che rispetto agli attuali sistemi al nichel (utilizzati per esempio sulla nuova Toyota Prius) hanno una densità di energia tripla ovvero, a parità di dimensioni e pesi, possono erogare tre volte la quantità di energia di una batteria al nichel. Il problema principale delle batterie al litio sono i costi: oggi siamo nell’ordine di 500 euro per kW, ciò significa che per garantire i 35 kW dell’elettrica ipotizzata da Bosch, la batteria costerebbe circa 17mila euro. Troppi. «Il nostro obiettivo tramite la SB LiMotive, la partnership siglata da Bosch insieme alla coreana Samsung, è quello di arrivare, anche grazie a delle economie di scala che nel frattempo speriamo partano presto, a circa 8mila euro nel 2015» ha affermato Bohr.
MOTORI TRADIZIONALI - Nessun problema invece sull’approvvigionamento del litio perché il contenuto nella batteria sarebbe limitato a un 2-3% e in ogni caso il materiale delle batterie scariche può essere riciclato. In attesa che i costi dei sistemi al litio scendano e qualche problema di affidabilità sia superato, c’è ancora spazio per lavorare sui motori tradizionali, «la soluzione ancora più conveniente per auto di segmento medio-piccolo anche perché i consumi di carburante dei motori diesel e benzina si possono ancora ridurre del 25-30%. Una vettura media diesel può arrivare in breve tempo ad aver bisogno di meno di 3 litri di gasolio per 100 km con emissioni di Co2 inferiori a 99 g/km», continua Bohr. Questo sarà possibile con nuovi processi di combustione, con nuove tecnologie di iniezione ad alta precisione, con l’adozione sempre più diffusa di turbocompressori che consento di ridurre cilindrate, consumi ed emissioni incrementando le prestazioni (downsizing), con l’impiego di alternatori più efficienti e con sistemi "stop&start" in grado di spegnere il motore in tutte le soste nel traffico cittadino. Come dire, la rivoluzione elettrica è iniziata, ma secondo Bosch marcerà lentamente.
Enea sbarca in Egitto per il solare Termodinamico
Enea in Egitto per il solare termodinamico
Luigi Paganetto, Presidente dell’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente ha firmato un accordo con l’Accademia scientifica egiziana per la realizzazione di una centrale solare termodinamica
Tecnologia Enea, suolo egiziano e un accordo internazionale: questo alla base della nuova centrale solare termodinamica che sorgerà nel paese africano. Come già anticipato è stato finalmente firmato l’accordo di collaborazione tra il prof. Luigi Paganetto, Presidente dell’ENEA, e il prof. Tarek Hussein, Presidente dell’Accademia della Ricerca Scientifica e Tecnologica – ASRT dell’Egitto. In questo tipo di iniziative l’Egitto si rivela essere un ottimo partner sia per le risorse naturali che per la sua ricettività, basti pensare al protocollo d’intesa siglato tra Enel e l’Egyptian Electricity Holding Company nel corso del G8 Energia per avviare l’applicazione alle centrali elettriche egiziane di tecnologie produttive a più elevata efficienza. Ma la partnership strategica che si è venuta a creare ha un obiettivo che travalica i confini dei due stati mirando alla produzione di energia pulita e rinnovabile che potrà essere diffusa ai Paesi del bacino del Mediterraneo attraverso un’apposita rete elettrica. Si tratta di un progetto pilota che vede ENEA e ASRT collaborare insieme partner industriali, mettendo in campo, rispettivamente, la Soc. FN SpA per parte italiana, e la New & Renewable Energy Authority sul fronte egiziano.
Progetto DESERTECH produrre Energia nel deserto per l'Europa.
Energia solare del Sahara arriverà a Europa e Paesi mediterranei
Un progetto da 400 miliardi di euro che mira a far arrivare l'energia solare prodotta nel Sahara agli utenti in Europa e Africa del Nord porterà vantaggi ad entrambi i continenti e promuoverà l'integrazione nei Paesi affacciati sul Mediterraneo, secondo quanto ha detto un ministro tedesco.
Guenter Gloser, vice ministro degli Esteri, ha detto a Reuters che -- se il progetto denominato Desertec dovesse decollare -- entro il 2020 sarà possibile raccogliere 20 gigawatt di energia solare concentrata ogni anno, l'equivalente di 20 grandi centrali energetiche tradizionali.
Gloser ha dichiarato che questa energia "verde" sarà utilizzata in Europa e negli Stati dell'Unione mediterranea, e ha smentito l'idea secondo cui l'Europa vorrebbe creare delle "colonie energetiche", dicendo che il progetto potrebbe contribuire all'integrazione nella zona del Mediterraneo e alla riduzione delle emissioni di CO2.
"E' veramente un progetto affascinante perché è vantaggioso per tutti", ha detto Gloser dopo che recentemente importanti aziende hanno espresso il proprio interesse per l'iniziativa, che riguarda anche l'energia eolica.
"E' una cooperazione che contribuirà a diversificare le fonti di energia ... E non è solo il Nord ad essere interessato all'acquisizione di energia rinnovabile, ma lo sono anche i Paesi mediterranei meridionali. Non si tratta assolutamente di una questione di dominio del Nord sul Sud".
La compagnia tedesca di assicurazione Munich Re, che ha lanciato il progetto, ha suscitato entusiasmo in Germania la settimana scorsa quando ha annunciato di aver invitato aziende come Deutsche Bank, Siemens, E.ON e Rwe ad un vertice che si terrà il 13 luglio per l'approvazione dell'iniziativa comune che punta a soddisfare il 15% della domanda di elettricità europea.
L'Europa dipende significativamente dalla Russia per l'energia, una situazione che l'Ue vorrebbe modificare a seguito dei recenti problemi nelle forniture.
L'obiettivo è quello di utilizzare la tecnologia Csp -- che utilizza specchi che riflettono i raggi solari per produrre vapore e indurre le turbine a produrre elettricità -- nel Sahara e di distribuire energia ai mercati locali e in Europa.
lunedì 22 giugno 2009
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