sabato 25 luglio 2009
Leggi, Risparmi, consumatori, televisioni La Rai lascia Sky? Allora il canone cala del 40%Il mondo della televisione è in pieno fermento e dopo l’avvio, alquanto balbettante, del digitale terrestre, ora la nuova notizia è quella della nascita di una nuova piattaforma satellitare concorrente di Sky. Il nuovo soggetto si chiamerà Tivusat e riunisce insieme Rai, Mediaste e La7.
Fin qui nulla di strano, se non che per ottenere questo risultato, la Rai ha deciso di “scendere” dal satellite di Sky. In sostanza a breve, non sarà più possibile vedere i canali Rai sulla piattaforma di Murdoch. Dapprima si tratterà dei canali RaiSat (tipo Premium ed Extra) ma più in là dovrebbero sparire anche RaiUno, RaiDue e RaiTre che, come sanno tutti gli abbonati Sky, stanno sui canali 101, 102 e 103. Se ciò avvenisse l’associazione dei consumatori Adoc ha già chiesto che chiederà la riduzione del canone Rai. Secondo indiscrezioni di stampa infatti, pare che la Rai abbia rifiutato un’offerta di Sky pari a 450 milioni di euro.
Questa era la cifra messa sul piatto dalla piattaforma di Murdich per continuare a trasmettere tutto il pacchetto di canali Rai. Proprio questa cifra, secondo l’Adoc, rappresenta proprio il 40% del fatturato del canone Rai, dunque questa stessa percentuale dovrà essere scalata dal valore del canone. Insomma il clima nel mondo delle trasmissioni televisive si fa sempre più infuocato e io certamente continuerò a seguirne gli sviluppi.
EOLICO NON INVASIVO
Un cono di pochi metri invece dei piloni: ecco l'eolico senza pale
Presentato a firenze, sperimentazione quasi terminata
Una alternativa ai contestati aerogeneratori: test in Italia. «Sarà anche più efficiente»
È un prototipo, ancora per pochissimo però, perché la fase sperimentale è quasi conclusa. Secondo gli esperti, «Tornado», primo esempio di «eolico senza pale», entro pochi mesi potrà essere installato, funzionare perfettamente anche in zone dove il vento è debole (anche 2 metri al secondo) e diventare un'alternativa ai contestati aerogeneratori, le grandi pale cattura energia dal vento che stanno provocando reazioni contrapposte tra ambientalisti, paesaggisti e imprenditori. Un comune toscano, Volterra, ha addirittura proibito la loro installazione per non deturpare il paesaggio del borgo.
TRE METRI DI ALTEZZA - «Tornado Like», progettato da un gruppo di ingegneri russi e ingegnerizzato dalla «Western co», società di San Benedetto del Tronto specializzata nelle tecnologie rinnovabili, è stato presentato a Firenze durante «Lavori verdi», summit sull'energia alternativa voluto dal leader dei Verdi toscani Fabio Roggiolani e al quale hanno partecipato esperti da tutta Europa. La macchina, che ricorda un cono, ha il vantaggio di non avere le pale e dunque di poter essere mimetizzata molto meglio nell’ambiente. Un aerogeneratore raggiunge in media i venti, trenta metri, «Tornado» non supera i due tre metri e in futuro sarà ancor più miniaturizzato. «Funziona ovunque anche dove non c'è troppo vento – spiega Roggiolani – perché è in grado di accelerare l’aria e di creare un effetto tornado ottimo per muovere le turbine e produrre energia». La resa energetica è superiore a quella di un normale aerogeneratore e il costo inferiore al 30%. Come funziona? «L'aria penetra dalla base del cono – risponde Giovanni Cimini, presidente della Western co – e dentro la macchina il flusso viene trasformato in un vortice fino a quando, potentissimo, raggiunge la sommità del dispositivo dove si trovano le turbine per generare l'energia elettrica».
PRIME MACCHINE DAL 2010 - I test saranno effettuati da un consorzio di aziende hi-tech toscane e marchigiane in collaborazione con l'Università delle Marche e il Cnr di Firenze. Un primo impianto sarà installato nel Parco dei Monti Sibillini. Poi si passerà alla produzione. «Contiamo di costruire le prime macchine dopo il primo semestre 2010», annuncia Cimini. Ma le meraviglie tecnologiche verdi non finiscono qui. Sempre al summit di Firenze sono stati presentati sistemi per catturare energia dall'ambiente senza inquinare. Come la piattaforma meccanica e chimica, messa a punto dall’ingegner Alessio Cianchi (Officine Berti), capace di sfruttare la cavitazione e la luminescenza dell'acquae trasformarla in energia. E ancora le «nuove molecole fotovoltaiche» presentate dal Laboratorio europeo di spettrofotometria non lineare dell’Università di Firenze in grado, in un futuro molto prossimo, di centuplicare la potenza di un pannello fotovoltaico. Quasi fantascientifica la ricerca del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Pisa. I professori Paolo Fulignati e Alessandro Sbrana hanno presentato alcuni impianti «a ciclo binario» capaci di trasformare il calore del sottosuolo in energia elettrica senza estrarre alcun fluido dalla falda.
lunedì 20 luglio 2009
MISSIONE APOLLO 11 1969 L'UOMO SULLA LUNA
Si fa ancora oggi un gran parlare del grande complotto che starebbe dietro la prima missione sulla Luna quella compiuta da Neil Armstrong, Edwin - Buzz - Aldrin e Michael Collins a bordo dell'Apollo 11.
Le teorie cospirazioniste trovano innumerevoli spunti dalle foto realizzate sulla Luna dai tre astronauti che - come è stra-noto - furono abbondantemente ritoccate dalla Nasa per fini propagandistici (qui sopra la celebre foto con la bandiera 'aggiunta', senza ombra) .
Io personalmente non ho mai messo in dubbio che la Missione Apollo 11 fu autentica - per un principale motivo di buon senso e cioè che i Russi i quali a loro volta stavano 'correndo' anche loro verso la terra avrebbero facilmente smascherato con i loro potenti mezzi - nello spazio e da terra - una così eclatante messa in scena, e lo avrebbero denunciato al mondo.
Trovo personalmente che invece andrebbe molto più seriamente indagata la pista-ufo legata a quella missione.
Ci sono notevoli e importanti testimonianze che dicono, con certezza, che gli astronauti americani videro davvero qualcosa di strano lassù mentre si accingevano a conquistare la luna. Traggo le notizie qua sotto direttamente dal sito: www.spazioufo.com uno dei migliori in assoluto nel settore. Buona lettura e buon approfondimento.
Secondo Neil Armstrong (il primo uomo a metter piede sulla Luna), gli alieni hanno una base sul nostro satellite e ci dicono, in termini piuttosto decisi, di stare alla larga dalla Luna. A quanto dicono i rapporti finora noti, sia Neil Armstrong che Edwin Aldrin videro degli UFO dopo il famoso atterraggio sulla Luna dall'Apollo 11 il 21 luglio 1969. Uno degli astronauti riferì di aver visto una "luce" sopra e dentro un cratere durante la ripresa televisiva, seguita da una richiesta di maggiori informazioni da parte del controllo missione. Ecco il dialogo che si sarebbe svolto fra Luna e Terra: NASA: Che cosa c'è? Controllo missione chiama Apollo 11...
Apollo 11: Quei "cosi" sono enormi, mio Dio ! Enormi! Oh, mio Dio, non ci credereste ! Vi dico che stiamo vedendo altre ' navicelle qui fuori. Sono ferme sul bordo del cratere ! Sono sulla luna e ci stanno osservando!
Un professore, che ha voluto rimanere anonimo, ha inviato alle organizzazioni ufologiche il seguente resoconto di un dialogo da lui avuto con Neil Armstrong durante un simposio della NASA: Professore: Che cosa accadde veramente fuori dell'Apollo 11?
Armstrong: Una cosa incredibile, anche se noi abbiamo sempre saputo di questa possibilità. Il fatto è che loro (gli Alieni) ci hanno intimato di allontanarci! .
Professore: Che cosa vuole dire "intimato di allontanarci" ?
Armstrong: Non posso entrare nei dettagli, posso solamente dire che le loro astronavi sono di gran lunga superiori alle nostre sia per dimensioni che per tecnologia. Accipicchia se erano grandi!... e minacciose!
Professore: Ma la NASA ha ugualmente inviato sulla Luna altre missioni dopo l'Apollo 11... .
Armstrong: Naturalmente: la NASA le aveva già annunciate a quel tempo, e non poteva rischiare il panico sulla Terra.
Secondo l'ufologo americano Vladimir Azhazha, "Neil Armstrong disse al Controllo Missione che due enormi oggetti sconosciuti stavano osservando lui ed Aldrin dopo l'atterraggio sulla Luna. Ma questo messaggio non è mai stato ascoltato dal pubblico, perché la NASA lo ha censurato."
Aleksandr Kasantesev afferma che Buzz Aldrin fece un film a colori dell'UFO da dentro la navicella, e continuò a filmare loro, Armstrong e lui stesso anche quando furono fuori. Armstrong confermò che la storia era vera, ma rifiutò di dare ulteriori dettagli, poi ammise che la CIA voleva nascondere l'accaduto.
Occorre inoltre aggiungere che da tempo circola su internet un file audio che riporta la conversazione tra gli astronauti ed il centro di controllo di Houston, captata da diverse stazioni radio terrestri a frequenza ultrarapida, prima che la NASA la sopprimesse nella trasmissione televisiva che illustrò l'arrivo di Apollo XI sulla Luna (nonostante la NASA affermi il contrario, esisteva infatti una leggera differita tra le reali comunicazioni Nasa-Apollo e quelle ritrasmesse al mondo). Ecco il testo integrale:
Astronauta 1: Ma cos'è quello?
Astronauta 2: Avete una spiegazione?
Houston: Non vi preoccupate, attenetevi al programma!
Astronauta 1: Mio Dio, ma è incredibile, questo è fantastico, non lo potreste mai immaginare!
Houston: Sappiamo di questo, andate dall'altra parte!
Astronauta 1: Ma che diavolo è quello? È incredibile ...... Dio ... ma cos'è? Allora, me lo dite?
Houston: Cambiate frequenza, usate Tango, Tango!
Astronauta 1: Allora è una forma di vita, quella!
Houston: Cambia frequenza
. Houston: Usa Bravo Tango, Bravo Tango, scegli Jezebel, Jezebel!
Astronauta: ......sì! ..... ma tutto questo è incredibile!
Houston: Passa su Bravo Tango, Bravo Tango! A questo punto la comunicazione viene interrotta.
Maurice Chatelain, noto esperto di comunicazioni del Centro Spaziale di Houston, recentemente scomparso, ha scritto in un diario che in alcuni casi astronavi terrestri hanno sfiorato degli UFO ."Gli astronauti - scrive Chatelain - hanno visto cose delle quali non possono parlare con nessuno fuori dalla NASA".E ancora: "Tutti i voli Apollo o Gemini furono seguiti a distanza, qualche volta... molto ravvicinata, da veicoli spaziali di origine extraterrestre. Ogni volta che ciò è accaduto gli astronauti ne hanno informato la missione di controllo, che ha imposto loro l'assoluto silenzio".
Scrive il console Alberto Perego: "L'aviazione extraterrestre ha sempre seguito, controllato ed osservato da vicino, tutti i nostri esperimenti spaziali. Risulta che siano stati osservati e seguiti in orbita, lo Sputnik I (3-10-1957), lo Sputnik II (3-11-1957), lo Juno II (1-11-1959), l'Echo I (2-08-1960), il Polaris (10-01-1961), il Minutemann (18-03-1963). Avevano già visto dischi, i cosmonauti Gagarin, Titov, Mac Divitt, Cooper, Iegorov, Leonov, White, Borman, Lowell, Tereskova ed altri."
PROGETTI PER LA RIPRESA ECONOMICA
20/07/2009 (Ipcc Italia)
Commissione Europea: 268 milioni di euro in progetti di ricerca per la ripresa economica e la sostenibilità
I progetti di ricerca saranno sviluppati in tre settori del mercato quali le fabbriche del futuro, efficienza energetica degli edifici e auto verdi con l’obiettivo di tagliare le emissioni climalteranti. l'iniziativa nell'ambito del Piano Europeo di ripresa economica.
La Commissione Europea e oltre 800 rappresentanti delle imprese e della ricerca in Europa hanno annunciato che saranno stanziati 268 milioni di euro per progetti di ricerca in tre settori del mercato importanti per favorire la ripresa economica, renderla più sostenibile e basata sulle conoscenze scientifiche e contribuire a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra dell’UE e del mondo. I settori sono i seguenti:
• “Fabbriche del futuro” (1,2 miliardi di euro), per promuovere la competitività delle imprese europee a livello mondiale, in particolare le piccole e medie imprese, migliorando le loro conoscenze e l’uso delle tecnologie del futuro;
• “Efficienza energetica degli edifici” (1 miliardo di euro), per promuovere le tecnologie eco‐compatibili e lo sviluppo di sistemi e materiali efficienti dal punto di vista energetico, riducendo il consumo energetico degli edifici europei, responsabili anche di un terzo delle emissioni di CO2 dell’UE;
• “Auto verdi” (1 miliardo di euro), per lo sviluppo di nuove forme sostenibili di trasporto stradale.
L’iniziativa rientra nell’ambito del Piano Europeo di ripresa economica che prevede uno stanziamento complessivo di 3,2 miliardi di euro per la ricerca nel periodo 2010‐2013 tramite i tre partenariati pubblico privato (Public Private Partnership ‐ PPP), finanziati in parti uguali dalle imprese e dalla Commissione (tramite il Settimo Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo), mirati a far convergere gli interessi pubblici e quelli delle imprese.
Il primo invito per la presentazione delle proposte sarà lanciato ufficialmente il 30 luglio e i progetti dovrebbero partire entro la metà del 2010.
PROGETTO DESERTEC .. FIRMATO L'ACCORDO
13/07/2009
Dodici grandi società firmano per l’avvio di Desertec
A Monaco di Baviera il primo passo del grande progetto per realizzare impianti solari termodinamici in Medio Oriente e in Africa. Entro il 31 ottobre, la costituzione di una società responsabile per l\'iniziativa, che includa anche altre aziende e azionisti di diversa nazionalità.
Il 15% del fabbisogno europeo di energia elettrica, attraverso la realizzazione di un'ampia rete di impianti ad energia solare in Medio Oriente e Nord Africa. E' lo scopo del progetto 'Desertec', oggetto del memorandum d'intesa firmato oggi a Monaco da E.On insieme ad altre 11 società (Abb, Abengoa Solar, Cevital, Deutsche Bank, Hsh NordBank, Man Solar Millennium, Munich Re, M+W Zander, Rwe, Schott Solar, Siemens).
Obiettivo dell'accordo per lo sviluppo dell'iniziativa Desertec (Dii-Desertec industrial initiative) è "sviluppare gli aspetti tecnici, economici, politici, sociali ed ecologici del progetto".
Prevista, inoltre, entro il 31 ottobre prossimo, la costituzione di una società responsabile per l'iniziativa, che includa anche altre aziende e azionisti di diversa nazionalità.
"E.On è convinta che il futuro sia dell'energia solare, nel lungo periodo - dice Herve Touati, direttore esecutivo di E.On Climate & Renewables - condividiamo con Desertec la stessa visione, quella di sfruttare l'energia del Sole su grande scala per fornire energia all'Europa e ai paesi africani. Sosteniamo l'iniziativa con l'intenzione di vedere questa grande idea possibile". Ma, a parte questo, conclude Touati, "E.On sta costantemente espandendo il suo coinvolgimento nell'energia solare, specialmente nel settore degli impianti a solare termico".
Sullo sviluppo del solare termodinamico in Italia, sulle criticità di questi grandi progetti e sul possibile coinvolgimento dell’industria nazionale, giovedì 16 luglio si terrà a Roma un convegno organizzato dal Kyoto Club.
ENERGIA NUCLEARE .. QUALE FUTURO?
09/07/2009 (Kyoto Club)
Il Governo punta sul nucleare, ma è una tecnologia nelle sabbie mobili
La posizione del Kyoto Club nelle dichiarazioni del direttore scientifico, Gianni Silvestrini, dopo l’approvazione al Senato del disegno di legge che concede la delega al Governo per la localizzazioni dei siti per nuove centrali nucleari. Insormontabili problemi per l’insediamento degli impianti e sugli aspetti economici.
Il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge che contiene disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia.
Tra le norme approvate c’è quella per il ritorno al nucleare, con la delega al governo per la localizzazione dei siti per le nuove centrali.
Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e di QualEnergia ha evidenziato alcuni aspetti contraddittori che emergono dal disegno di legge appena approvato.
Innanzitutto, secondo Silvestrini, “nel giugno 2008 il documento sulla ‘manovra economica triennale’ prevedeva che il Governo entro il 30 giugno 2009 definisse un ‘“piano energetico nazionale’ che indicasse «le priorità per il breve e il lungo periodo» nel settore dell’energia e che inoltre delegasse il Governo a emanare entro il 31 dicembre 2008 «uno o più decreti legislativi recanti i criteri per la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione elettrica nucleare». Del Piano energetico nazionale non c’è traccia e per i decreti attuativi siamo già in ritardo di un anno. E’ solo il primo di una serie di ritardi che faranno affondare il nucleare nelle sabbie mobili”.
“Oggi preoccupa la possibile reazione negativa delle popolazioni e degli enti locali”, ha detto Silvestrini. “Come risposta si può prevedere quindi l’esercizio del potere sostitutivo del Governo in caso di mancato raggiungimento delle necessarie intese con i diversi enti locali coinvolti, tanto che l’esecutivo si propone di dichiarare i siti scelti quali aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione”.
“Curiosa poi la valutazione dei costi – continua il direttore scientifico di Kyoto Club - Da un lato un comma del disegno di legge garantisce priorità di accesso alla rete per l’elettricità nucleare, come avviene con le fonti rinnovabili. Insomma, alla faccia della liberalizzazione dei mercati. E poi questo è un segno evidente di insicurezza sui reali costi di generazione del nucleare”. “Dall’altro, si prevede il lancio di una campagna di informazione sull’energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità”.
Secondo Silvestrini però questa è un’operazione che appare sempre più difficile, considerando le brutte notizie che giornalmente si susseguono. Il MIT ha appena pubblicato un rapporto, “Update of the MIT 2003 Future of Nuclear Power Study”, che ha aggiornato le sue valutazioni del 2003 sulle prospettive di un rilancio del nucleare. Secondo la prestigiosa università, in soli sei anni le stime sui costi di costruzione degli impianti “overnight” (che non includono cioè gli oneri finanziari, particolarmente pesanti per questa tecnologia) sono raddoppiati passando da 2.000 $/kW a 4.000 $/kW.
Sugli aspetti economici e finanziari del nucleare Gianni Silvestrini ricorda inoltre che: “la legge prevede tutta una serie di paracaduti per le imprese che volessero lanciarsi nell’avventura. Si prevedono, così, strumenti di copertura finanziaria e assicurativa contro il rischio di prolungamento dei tempi di costruzione per motivi indipendenti dal titolare dell’autorizzazione”.
“Insomma – conclude Silvestrini - il disegno di legge mette le mani avanti rispetto ai problemi di insediamento e agli aspetti economici, due nodi decisivi per la riuscita o il fallimento del nucleare”.
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