Impianti Elettrici civili -industriali

sabato 22 dicembre 2012

CONTO ENERGIA TERMICO


Il Conto energia termico è poco efficace, non può aiutare il mercato italiano delle pompe di calore a crescere. Questo il giudizio di Coaer (l'associazione dei costruttori di apparecchi per la climatizzazione), sul decreto ministeriale che disciplina gli incentivi per la produzione di energia termica tramite fonti rinnovabili. Secondo l'associazione di categoria siamo lontani dal coprire con i sussidi il 40% circa dell'investimento complessivo per installare dispositivi termici, come indicato nello schema di decreto. Perché «in realtà, per le pompe di calore, l'incentivo è calcolato sulla quantità di energia rinnovabile prodotta dall'impianto durante la stagione invernale e varia secondo la zona climatica d'installazione», si legge in un comunicato dell'associazione. Il risultato è che l'incentivo copre appena il 15-20% dell'investimento, per sostituire un impianto termico esistente con una pompa di calore nella zona climatica E (Milano, Torino, Venezia, Bologna). Percentuale che scende addirittura sotto il 10% per certi tipi di apparecchi e in altre zone climatiche.

Coaer, inoltre, ritiene troppo basso l'ammontare dei fondi per finanziare il Conto termico, pari a 900 milioni di euro l'anno, di cui 700 per i soggetti privati e 200 per la pubblica amministrazione. «Come associazione che rappresenta i costruttori di sistemi a pompa di calore - ha commentato il segretario di Coaer, Giampiero Colli - intendiamo attuare tutte le iniziative possibili per apportare le necessarie modifiche alla bozza del decreto, in modo che il Conto energia termico diventi uno strumento veramente efficace in grado di sviluppare il settore delle pompe di calore, con una ricaduta positiva sulla nostra economia».

mercoledì 19 dicembre 2012

Accumulo di energia elettrica




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L’accumulo di energia è considerato da circa un secolo una delle principali soluzioni per migliorare la flessibilità e l’efficienza delle reti elettriche. Tali esigenze sono cresciute con l’evoluzione del sistema di generazione edistribuzione dell’energia elettrica e con ladiversificazione degli usi finali. Inoltre, l’interesse per l’utilizzo dell’energia elettrica nella micromobilità urbana in alternativa ai combustibili tradizionali sta determinando lo sviluppo di una rilevante flotta di veicoli elettrici, che possono essere visti dalla rete sia come carico sia come elementi di un sistema diaccumulo distribuito.
Le batterie al litio sono il sistema di accumulo elettrochimico più interessante e in maggiore sviluppo perché presentano numerosi vantaggi, tra cui quello di poter essere utilizzate sia nella gestione del sistema elettrico che negli usi finali (ad es., su veicoli a trazione elettrica).
Nell’ambito della Ricerca del Sistema Elettrico, sono stati condotti da ENEA studi su applicazioni innovative di sistemi diaccumulo (batterie e supercondensatori) per uso industriale e terziario, in particolare l’applicazione a una funivia di undispositivo di accumulo elettrico a medio termine (batterie al litio) e l’applicazione a un carro ponte di un dispositivo diaccumulo a breve termine (accumulo con supercondensatori), con dimensionamento, valutazioni tecnico-economiche, simulazioni, realizzazione di prototipi e impianti per la sperimentazione sul campo in condizioni reali.
Il progetto avviato nel periodo 2008-09 è rivolto alla ricerca su batterie al litio con caratteristiche innovative, alle relative applicazioni industriali e alla valutazione, in condizioni di reale utilizzo, delle soluzioni più convenienti da un punto di vista tecnologico ed economico. In particolare nel periodo 2011-2012, le attività hanno riguardato:
  • ricerca di materiali e processi per migliorare le prestazioni degli elementi catodici e anodici;
  • realizzazione e prova di celle complete da laboratorio;
  • progettazione, realizzazione e prova di tecnologie di controllo e interfaccia di potenza significativa (10-20 kW) del sistema di accumulo con la rete e con utenze particolari;
  • validazioni sperimentali di un’abitazione civile con accumuli misti (termico ed elettrico) in logica “casa attiva”;
  • definizione e valutazioni di profili di prova per la verifica del prolungamento della vita utile “second life” delle batterie al litio usate nei veicoli elettrici;
  • indagine sulle potenzialità applicative nella rete elettrica nazionale di sistemi di accumulo alternativi a quello elettrochimico, quali nuovi sistemi di pompaggio di acqua ed accumulo di aria compressa (CAES).


Fotovoltaico con accumulo energia



Il V Conto Energia e l'importanza dell'autoconsumo

L'accumulo di energia elettrica è il requisito fondamentale per tutti gli impianti fotovoltaici ad isola (ovvero non connesse alla rete elettrica) e ci permette di accumulare l'energia prodotta in surplus dal nostro impianto fotovoltaico, per poi essere prelevata durante la notte, quando non c'è luce e l'impianto non produce.
Con l'entrata in vigore del V Conto Energia, che premia chi autoconsuma l'energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, inizia ad essere un discorso molto interessante anche per chi intende realizzare un impianto connesso alla rete.

Infatti maggiore sarà la quota di autoconsumo e maggiori saranno i benefici in termini di redditività. La parte di energia prodotta dall'impianto e auto-consumata ci permetterà di ricevere un doppio beneficio: 1) il risparmio sulla bolletta elettrica per il mancato acquisto dell'energia dalla rete (vedi costi energetici della tua bolletta); 2) la tariffa premio sull'autoconsumo (vedi tabella 1 e 2 alla pagina tariffe e premi del V Conto Energia).

Esempio pratico.
Un impianto fotovoltaico di 3kW che rientri nel 1°semestre del V Conto Energia avrebbe una tariffa omnicomprensiva pari a 0,208 €/Kwh e una tariffa premio sull'autoconsumo di 0,126 €/Kwh. Al primo colpo d'occhio la tariffa sull'autoconsumo sembrerebbe una fregatura, visto che è più bassa, ma come abbiamo già detto, ad essa va aggiunto il risparmio del mancato acquisto di energia elettrica dalla rete, che tra le varie voci riportate in bolletta si aggirerà intorno gli 0,18 €/Kwh. Quindi il paragone esatto sarebbe di un guadagno netto di 0,208 € per la tariffa omnicomprensiva e 0,306 €/Kwh (0,126+0,18) per la tariffa premio, ovvero una differenza di oltre il 50%!

Di seguito viene riportato un grafico tipico dei consumi di un abitazione (blu) e dell'energia prodotta da un impianto fotovoltaico (arancio). Il grafico mostra anche la parte di energia dell'impianto che viene “autoconsumata” e quella parte in surplus che viene ceduta alla rete.

energia prodotta e autoconsumata dal proprio impianto fotovoltaico

Un punto cardine, che il grafico mette in risalto, è la concentrazione dei nostri consumi energetici nella fascia oraria che va dalle 18:30 alle 22:30, ovvero subito dopo essere tornati da lavoro. Sfortunatamente, nel momento in cui ne avremmo più bisogno, l'impianto fotovoltaico non produce energia, obbligandoci ad acquistare l'energia che ci serve dalla rete elettrica e a caro prezzo.
Si denota anche che, durante la giornata, buona parte dell'energia prodotta dal fotovoltaico, eccede le nostre esigenze energetiche. Eccedenza che viene immessa in rete e che viene ripagata con la tariffa omnicomprensiva, che è anche la tariffa meno conveniente.
Solitamente una normale famiglia non riesce ad auto-consumare più del 30% dell'energia prodotta dal proprio impianto, 40% nel migliore dei casi. La rimanente quota andrà ceduta alla rete.
La soluzione, per sfruttare al massimo l'energia prodotta dal fotovoltaico e per aumentare la redditività del nostro impianto, si trova nei sistemi d'accumulo di energia.

Accumulare energia e massimizzare il rendimento


I sistemi d'accumulo, attraverso le batterie, hanno il compito di accumulare l’elettricità prodotta in eccesso rispetto alle necessità immediate di auto-consumo, per poi restituirla all’utenza quando l’impianto solare è inattivo, ad esempio nei momenti di scarsa insolazione o nelle ore notturne. In questo modo si massimizza l'auto-consumo di energia prodotta dal fotovoltaico, lasciando la rete elettrica come risorsa ultima di scorta.
Accumulare l'energia prodotta dal nostro impianto fotovoltaico ci permette dunque di massimizzare i vantaggi derivanti dall’autoconsumo:

1) tariffa premio sull'autoconsumo;
2) non consumiamo l'energia della rete risparmiando così sulla bolletta;
3) ci tuteliamo dai futuri aumenti della bolletta elettrica.

Il "Riutilizzatore energetico" per l'accumulo di energia

L'accumulo di energia, anche per impianti connessi alla rete, è diventata una nacessità da un paio di mesi , visto che fino a qualche tempo fa era prerogativa dei soli impianti fotovoltaici stand alone “non connessi alla rete”.
Per questo motivo la tecnologia è in parte ancora nuova e poco testata, risulta dunque difficile trovare prodotti economici, funzionanti e che diano garanzia di lunga durata.
Esiste dunque una soluzione ai nostri problemi di accumulo energetico?

La risposta è SI. Dopo anni di studi, test e ricerche siamo alla fine riusciti a trovare un sistema d'accumulo energetico che ci dia garanzia di affidabilità, lunga durata, sicurezza, bassi costi d'acquisto e di installazione..
Il prodotto in questione è stato battezzato dal suo ideatore “Riutilizzatore energetico” ed è appunto un sistema d'accumulo energetico studiato sia per impianti che vogliono restare completamente isolati dalla rete “stad alone”, sia per impianti che vogliono rimanere collegati alla rete, ma far si che quest'ultima sia solo un serbatoio da cui prelevare energia solo in caso di necessità, ovvero nel caso in cui l'energia fotovoltaica accumulata non dovesse essere sufficiente.

Che cos'è il "Riutilizzatore Energetico" e quali sono i suoi vantaggi?

Il "Riutilizzatore Energetico" può essere classificato come elettrodomestico, anche se la sua funzione è più simile a un comune gruppo di continuità.
Lo etichettiamo come elettrodomestico perché, nel momento in cui l'energia viene accumulata, il contatore del G.S.E. segnerà tale energia come "autoconsumata" da un comune elettrodomestico, ottenendo così la tariffa premio sull'autoconsumo.
Il sistema d'accumulo del "Riutilizzatore Energetico" è formato dalle batterie e da una centralina elettronica. La centralina elettronica, tramite l'uso di un sofisticato software, gestisce l'energia prodotta dal nostro impianto fotovoltaico e se necessario preleva energia dalla rete.
Il sistema è stato ideato per mantenere il più possibile la nostra abitazione autonoma, quindi staccata dalla rete elettrica e gestisce la potenza di carica delle batterie in modo da massimizzarne la durata.
Nel caso in cui la rete dovesse avere qualche malfunzionamento, lasciandoci senza elettricità, il "Riutilizzatore Energetico" fungerà da gruppo di continuità, garantendoci autosufficienza energetica per svariate ore.

Ecco una breve sintesi dei vantaggi nell'installare il "Riutilizzatore Energetico".
  • Consumiamo l’energia fotovoltaica da noi prodotta, ottenendo un rendimento migliore grazie alla tariffa premio che si somma al risparmio in bolletta;
  • Protezione completa per la vostra casa (UPS);
  • La rete elettrica rimane come “sorgente di scorta” in caso di necessità;
  • Qualora la rete dovesse fallire casa vostra rimarrà sempre servita da corrente elettrica;
  • Il sistema garantische un flusso costante di elettricità in casa vostra: questo consentirà una maggior protezione a tutti i vostri elettrodomestici;
  • Il sistema è modulare: questo consente di pianificare lo stesso in base alle vostre esigienze energetiche o economiche. Il sistema può crescere con voi in qualunque momento.

sabato 15 dicembre 2012

Descrizione 5 conto energia Fotovoltaico

Il V conto energia spiegato

[ 29 agosto 2012 ]
Conto energia è entrato in vigore da due giorni. Ciò significa che gli impianti fotovoltaici che entreranno in esercizio da adesso in poi godranno del meccanismo di incentivazione normato dal Decreto 5 luglio 2012, detto, appunto V Conto energia. L'unica eccezione sono gli impianti realizzati su proprietà delle p.a. Che potranno ancora godere del IV conto energia, a patto che entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2012.
Proviamo a elencare alcuni degli aspetti fondamentali di questo sistema di incentivazione.
L'introduzione della tariffa onnicomprensiva
Rispetto alle precedenti versioni del Conto energia, il V introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per il fotovoltaico: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi all'energia immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa, ma è autoconsumata, godrà di un premio, definito premio per l'autoconsumo. Precedentemente, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che se ne sarebbe fatto (vendita o autoconsumo).
Utilizzando un tecnicismo, il cambiamento che si è avuto è da un sistema di feed in premium ad uno feed in tariff.
Il valore della tariffa onnicomprensiva e del premio per l'autoconsumo varia in funzione della potenza dell'impianto (vengono premiati gli impianti piccoli) e del sito di installazione (vengono premiati gli impianti su tetto). Tali valori cambiano poi ogni semestre.
Sia la tariffa onnicomprensiva che quella per l'autoconsumo possono essere maggiorate se si realizzano impianti in sostituzione dell'eternit (+0,03 €/kWh) e se si utilizzano materiali europei (+0,02 €/kWh). Le due maggiorazioni sono cumulabili.
Oltre alle tariffe per gli impianti tradizionali, il V Conto energia individua tariffe diversificate anche per gli impianti "innovativi" e per quelli a "concentrazione".
L'importanza di autoconsumare l'energia prodotta
Il passaggio dal vecchio sistema al nuovo, basato su tariffa onnicomprensiva e autoconsumo, ha importanti ripercussioni. Infatti diviene molto importante capire quale è la quota di autoconsumo sul totale dell'energia prodotta: maggiore è questo valore, maggiore sarà la redditività dell'impianto. Infatti il premio per l'autoconsumo è inferiore al valore della tariffa onnicomprensiva, ma se lo si somma al valore dell'energia risparmiata (indicativamente intorno a 0,18 €/kWh) diviene decisamente maggiore.
Facciamo un esempio per chiarire il concetto. Per un impianto su tetto da 3 kW di potenza, il valore della tariffa onnicomprensiva è di 0,208 €/kWh, quello del premio autoconsumo 0,126 €/kWh. Al valore del premio autoconsumo, però, vanno sommati gli 0,18 € a kWh del valore dell'energia che non è stata consumata, ma è stata risparmiata e che, quindi, non sarà pagata in bolletta. Per cui, per ogni kWh autoconsumato, si avrà un beneficio economico complessivo di 0,306 €: superiore di circa il 50% rispetto al valore della tariffa onnicomprensiva.
Diviene quindi fondamentale riuscire ad aumentare la quota di autoconsumo al fine di massimizzare la redditività di un impianto. Per farlo, occorre cercare di spostare i propri consumi elettrici nelle ore di funzionamento dell'impianto fotovoltaico, vale a dire nelle ore diurne. Si tratta di un cambiamento negli stili di vita di molte famiglie, abituate ormai a consumare energia elettrica prevalentemente nelle ore serali, al fine di sfruttare il costo ridotto dell'energia elettrica.
Accesso alle tariffe incentivanti
Si tratta di uno degli aspetti in assoluto più critici del V Conto energia. L'accesso all'incentivazione sarà infatti automatico solo per gli impianti fino a 12 kW e per quelli fino a 50 kW realizzati in sostituzione dell'eternit. Per gli altri impianti, invece, occorre essere iscritti all'apposito Registro, rientrando nelle graduatorie in posizione tale da rientrare nei seguenti limiti massimi di costo indicativo cumulato annuo degli incentivi. Si tratta di limiti semestrali "di spesa" che tengono conto del costo massimo che l'incentivazione degli impianti fotovoltaici deve avere sulle bollette elettriche. Il sistema, così concepito, non dà sicurezza di avere l'incentivazione, non solo per i grandi impianti, ma anche per quelli di dimensioni ridotte, essendo il limite di 12 kW oggettivamente basso.
Durata del V Conto energia e Grid Parity
Ma l'aspetto forse più inquietante del V conto energia è la sua durata. Autorevoli analisti ipotizzano infatti che i fondi per finanziarlo si esauriranno a breve. Infatti il meccanismo di incentivazione cesserà di applicarsi decorsi 30 giorni solari dalla data in cui si raggiungerà un costo indicativo cumulato degli incentivi di 6,7 miliardi di euro l'anno (comprensivo dei costi impegnati dagli impianti iscritti in posizione utile nei Registri). Attualmente siamo a 6,156 miliardi di euro. Arrivare ai 6,7 miliardi è questione, probabilmente, di pochi mesi: Gianni Silvestrini e IMS research hanno fatto una valutazione simile, ipotizzando la fine del V Conto energia a inizio 2013.
Se finirà il V Conto energia, il fotovoltaico dovrà reggersi in piedi da solo, senza incentivazione. Sarebbe la cosiddetta grid parity, cioè il momento in cui l'energia elettrica prodotta da fotovoltaico avrà lo stesso costo produttivo dell'energia tradizionale, per cui installarsi un impianto fotovoltaico sarà redditizio a prescindere dall'ottenimento di una qualche forma di incentivazione. In alcuni casi particolari, soprattutto per impianti di una certa dimensione realizzati a servizio di aziende nel Sud Italia, questa condizione è, almeno teoricamente, già possibile. Sarà questo, molto probabilmente, il futuro del fotovoltaico.

sabato 10 novembre 2012

ORA RIFARE L’ IMPIANTO ELETTRICO DI CASA COSTA LA METÀ

                                                                                                                      Ufficio Stampa 
CONFINDUSTRIA ANIE: ORA  RIFARE L’ IMPIANTO ELETTRICO 
DI CASA COSTA LA METÀ 
È uno dei vantaggi introdotti dal Bonus fiscale del 50% contenuto nel Decreto Sviluppo, 
che contempla anche la scelta di soluzioni domotiche 
Milano, 17 Luglio 2012. Riparare e mettere in regola gli impianti elettrici domestici sarà 
economicamente più vantaggioso per i cittadini. In particolare, chi lo vorrà potrà ottenere tutto il 
comfort e la sicurezza di un impianto domotico allo stesso prezzo dell’impianto tradizionale. È una 
delle novità più interessanti, anche se ancora poco conosciute, contenute nel  Decreto Sviluppo
approvato lo scorso mese dal Governo.  
Per il periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013, il Decreto ha infatti ampliato il 
cosiddetto bonus fiscale previsto per le ristrutturazioni edilizie, portandolo dal 36% al 50%, ed ha 
raddoppiato l’ammontare complessivo delle spese detraibili per unità immobiliare (da 48.000 a 96.000 
Euro). 
Il bonus opera sotto forma di  detrazione dall’IRPEF delle spese sostenute per interventi di 
ristrutturazione delle abitazioni e delle parti comuni negli edifici residenziali. In particolare, sulla base 
delle ultime indicazioni dell’Agenzia delle Entrate, risultano agevolabili gli interventi generali di 
sostituzione dell’impianto elettrico o di integrazione per messa a norma. Va ricordato che, secondo 
indagini recenti, nelle case degli italiani esistono circa  8 milioni di impianti non a norma  e, in 
particolare, il  38,9%  delle  abitazioni costruite prima del 1991 è dotato di  impianti elettrici 
sicuramente fuori norma. 
Rientrano poi tra gli interventi agevolabili i seguenti interventi effettuati sulle singole unità abitative: 
allarmi/sistemi antifurto (finestre esterne: installazione, sostituzione dell’impianto o riparazione con 
innovazioni; apparecchi rilevatori di prevenzione antifurto e relative centraline; fotocamere o 
cineprese collegate con centri di vigilanza privati);  cablatura  degli edifici (opere finalizzate alla 
cablatura degli edifici, a condizione che interconnettano tutte le unità immobiliari residenziali); 
citofoni, videocitofoni e telecamere (Sostituzione o nuova installazione con le opere murarie 
occorrenti);  risparmio energetico (opere finalizzate al risparmio energetico, realizzate anche in 
assenza di opere edilizie propriamente dette - detraibili, purché sia certificato il raggiungimento degli 
standard di legge); interruttore differenziale (sostituzione o riparazione con innovazioni); Installazione
apparecchi di rilevazione gas; Installazione di sistemi di comunicazione, robotica e tecnologici 
più avanzati, per favorire la mobilità interna ed esterna per i disabili. 
Per quanto attiene poi agli interventi sulle parti condominiali, rientrano tra i beneficiari del Bonus gli 
interventi sul sistema di  allarme (riparazione senza innovazioni dell’impianto o riparazione con 
sostituzione di alcuni elementi e quelli sull’interruttore differenziale (riparazione senza innovazioni o 
riparazione con sostituzione di alcuni elementi). 
Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, è possibile detrarre anche quelle per la 
progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, le spese per l’acquisto dei materiali, il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti e l’imposta sul valore 
aggiunto.
Posto che i lavori siano svolti dal proprietario e considerato che gli interventi sull’impianto elettrico 
non comportano di regola l’apertura di un cantiere né la necessità di richiedere autorizzazioni, per 
poter fruire della detrazione per il contribuente sarà sufficiente effettuare i pagamenti con bonifico
bancario o postale cosiddetto  “parlante”, dal quale cioè risultino causale del versamento, codice 
fiscale del soggetto che paga, codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. 
Occorrerà inoltre autocertificare l’inizio dei lavori e conservare la documentazione relativa 
all’intervento.
Confindustria ANIE, con  1.289 aziende associate e circa 450.000 occupati, rappresenta i settori più strategici 
e avanzati tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 71 miliardi di euro (di cui 28 miliardi di 
esportazioni). Le aziende aderenti a Confindustria ANIE investono mediamente in Ricerca e Sviluppo il 4% del 
fatturato. 

martedì 15 maggio 2012

SLITTA IL 5° CONTO ENERGIA

Slitta il Quinto Conto Energia













Conferenza delle Regioni: spostare il tetto economico da 500 milioni a un miliardo e escludere dalla registrazione gli impianti inferiori a 20 kW


Rinviato l’esame del Quinto Conto Energia. La Conferenza delle Regioni, che doveva pronunciarsi sui decreti del Governo per gli incentivi alle rinnovabili , ha condizionato il via libera sui due provvedimenti all'accettazione da parte del Governo di una serie di richieste.



Come riportato da Massimo Giordano, assessore allo Sviluppo Economico e all'Energia del Piemonte e coordinatore della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza delle Regioni, il parere positivo arriverà quando saranno accolte le proposte che mirano a incrementare il tetto economico da 500 milioni a un miliardo e ad escludere dagli impianti soggetti a registro quelli di potenza inferiore a 20 kW, quelli pubblici di qualsiasi potenza, quelli con caratteristiche innovative e quelli a concentrazione.



Prima delle richieste della Conferenza delle Regioni, l'Esecutivo aveva mostrato dei segnali di apertura, lasciando intravvedere modifiche per il Quinto Conto Energia .



Mercoledì, infatti, la riunione tecnica della Conferenza Stato Regioni, sulla scia delle richieste avanzate dagli operatori del settore, ha proposto una serie di cambiamenti, recepiti dai tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico. Spiccano tra questi il sostegno al Made In e la proroga, dal primo luglio al primo ottobre, dell’entrata in vigore del nuovo sistema.



Il Made In potrebbe diventare uno dei criteri con cui attribuire la priorità per l’accesso ai registri. Allo stesso tempo, potrebbe essere riconosciuta una tariffa premiante a chi utilizza la componentistica Made In per gli impianti di potenza maggiore a 100 kW e a quanti intraprendono interventi per la sostituzione dell’amianto con i pannelli fotovoltaici. La premialità consistererebbe in una tariffa di 3 centesimi cumulabili con una riduzione del 10 per cento della tariffa base degli incentivi.



Per quanto riguarda l’innalzamento della taglia per gli impianti che possono accedere ai registri , è stata ipotizzata la differenziazione tra opere private ed opere pubbliche. Nel primo caso, resterebbe fermo il limite di 12 kW. Al contrario, per le opere pubbliche potrebbe esserci un innalzamento fino a 50 kW .



Ricordiamo che secondo le bozze presentate dal Governo, il quinto Conto Energia prevede un taglio del 35% degli incentivi, mentre il decreto per le altre rinnovabili allinea gli incentivi alla media europea e introduce meccanismi per governare la nuova potenza installata.




Fonte: edilportale.com




giovedì 5 aprile 2012

Quinto Conto Energia.

Quinto Conto Energia. Clini: favorirà piccoli impianti e innovazione

Quinto Conto Energia. Clini: favorirà piccoli impianti e innovazione

“La revisione del Conto Energia è prevista dal decreto del 2011 e, come è noto, deve portare a una riduzione degli incentivi tenendo conto dei prezzi attuali dei moduli fotovoltaici e dell’esigenza di non superare il limite stabilito di 7 miliardi l’anno”.

A dirlo è il Ministro dell’ambiente, Corrado Clini, per il quale dunque non c’è alcuna sorpresa pasquale in arrivo per il settore del fotovoltaico.
Clini ha anche annunciato che la redazione del testo del Quinto Conto Energia è a buon punto e “sarà pronto a breve”.

Le indicazioni sul fotovoltaico sono chiare: “Gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica. In questo modo, gli incentivi rappresentano un forte fattore di crescita, che si accompagna agli effetti del credito di imposta (55%) e al successo delFondo rotativo di Kyoto”.

Gli incentivi al fotovoltaico previsti con il Quinto Conto Energia dovranno sostenere gli investimenti nelle zone industriali dismesse, per avviare una nuova industrializzazione sostenibile in aree strategiche per il nostro sviluppo. In ogni caso, sarà inclusa la copertura per gli investimenti già in corso.

Clini ha poi confermato che il Quinto Conto Energia sostituirà l’attuale normativa, che prevede un aggiornamento quando il peso degli incentivi erogati sarà eccessivo. Gli incentivi sono dati sotto forma di un pagamento per ogni chilowattora prodotto e le risorse sono prelevate dalle bollette elettriche dei consumatori.

Infine il Ministro ha sottolineato che “la promozione del fotovoltaico integrato con l’efficienza energetica nelle aree urbane è una componente del progetto nazionale per le smart cities e la diffusione della produzione distribuita di energia ad alta efficienza e basso impatto ambientale”.

sabato 31 marzo 2012

Clini: V Conto Energia, favorirà mini-impianti e innovazione

  • Il Ministro dell’Ambiente interviene sulla questione per assicurare “nessuna sorpresa in arrivo per il fotovoltaico”

(Rinnovabili.it) - Animi accesi e poche certezze. Questo il clima che si respira dopo le ultime indiscrezioni lanciate sul futuro del fotovoltaico italiano. E mentre il mondo associazionistico ritrova ancora una volta una posizione unica con cui rivolgersi al Governo e chiede l’istituzione al più presto di un tavolo di confronto, Corrado Clini si pronuncia per la prima volta dopo il caos mediatico scatenato delle fantomatiche bozze del “Quinto Conto Energia” e assicura “non c’è alcuna sorpresa in arrivo per il settore del fotovoltaico”. Il ministro dell’Ambiente ha ricordato in un comunicato stampa, rilasciato in queste ore, come la revisione del sistema incentivante sia stata prevista dal decreto del 2011 e come debba portare a una riduzione degli incentivi sulla base dei prezzi dei moduli fotovoltaici e tenendo conto dell’esigenza di non superare il limite stabilito di 7 miliardi l’anno.

La bozza – quella definitiva si intende – c’è e il decreto sarà pronto a breve, sottolinea Clini specificando che“gli incentivi dovranno riguardare gli impianti di piccole dimensioni per l’autoconsumo domestico e industriale, favorendo l’integrazione del solare con l’efficienza energetica e sostenendo l’innovazione tecnologica. In questo modo, gli incentivi rappresentano un forte fattore di crescita, che si accompagna agli effetti del credito di imposta (55%) e al successo del Fondo rotativo di Kyoto”. Lo schema tariffario del Quinto Conto Energia dovrà inoltre sostenere gli investimenti nelle zone industriali dismesse, con l’obiettivo di avviare un nuovo processo industrializzazione sostenibile in aree strategiche per il nostro sviluppo. “In ogni caso, sarà inclusa la copertura per gli investimenti già in corso”, tiene a precisare il Ministro “Oggi il contributo si avvicina ai 6 miliardi di euro l’anno, e le nuove regole sono preparate in anticipo rispetto alla scadenza, in modo da dare più tempo a consumatori e imprese”.

La revisione del FiT intrapresa dal Governo segue una linea strategica che vuole il sostegno alle green energy come strumento di crescita economica. “Per esempio, mentre pesano sulle bollette, al tempo stesso con un meccanismo opposto – sostiene il ministro – le fonti pulite di energia abbassano il costo del chilowattora e soprattutto riducono il fabbisogno di combustibili fossili, che sono d’importazione, con un vantaggio netto sulla bilancia dei pagamenti del Paese […] La promozione del fotovoltaico integrato con l’efficienza energetica nelle aree urbane è una componente del progetto nazionale per le smart cities e la diffusione della produzione distribuita di energia ad alta efficienza e basso impatto ambientale”.



giovedì 22 marzo 2012

CLASSIFICAZIONE IMPIANTI ELETTRICI DOMESTICI


Nel mese di settembre è entrata in vigore la nuova variante alla norma CEI 64-8, norma di riferimento per gli impianti elettrici.

La variante alla norma CEI 64-8 adotta una classificazione degli impianti elettrici in tre livelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immobiliari a uso residenziale.

Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.

L’utente finale potrà d’ora in poi chiedere all’installatore che la realizzazione dell’impianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dell’habitat.

I 3 livelli sono personalizzabili in base alle esigenze di dotazione e garantiscono il rispetto degli standard di qualità, efficienza e sicurezza. Nel dettaglio:

LIVELLO 1

– è il livello minimo per cui un impianto possa essere considerato a norma e prevede:

un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dell’appartamento;
un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dell’appartamento;
almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio

LIVELLO 2

– rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che l’installazione di dispositivi per la protezione e la sicurezza della casa quali il videocitofono e l’anti-intrusione.

LIVELLO 3

– oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica a beneficio del risparmio energetico all’interno dell’abitazione. L’impianto per essere considerato domotico deve gestire almeno quattro funzioni domotiche, tra cui: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI

Relazioni Esterne CEI
relazioniesterne@ceiweb.it
Tel. 02 21006.207/231

CLASSIFICAZIONE IMPIANTI ELETTRICI DOMESTICI

Nel mese di settembre è entrata in vigore la nuova variante alla norma CEI 64-8, norma di riferimento per gli impianti elettrici.

La variante alla norma CEI 64-8 adotta una classificazione degli impianti elettrici in tre livelli, con regole da applicarsi agli impianti di unità immobiliari a uso residenziale.

Questa classificazione descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.

L’utente finale potrà d’ora in poi chiedere all’installatore che la realizzazione dell’impianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto perché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità che si adegua alle necessità degli utenti e alla morfologia dell’habitat.

I 3 livelli sono personalizzabili in base alle esigenze di dotazione e garantiscono il rispetto degli standard di qualità, efficienza e sicurezza. Nel dettaglio:

LIVELLO 1

– è il livello minimo per cui un impianto possa essere considerato a norma e prevede:

un numero minimo di punti-prese e punti-luce in funzione della metratura o della tipologia di ogni locale dell’appartamento;
un numero minimo di circuiti in funzione della metratura dell’appartamento;
almeno 2 interruttori differenziali al fine di garantire una sufficiente continuità di servizio

LIVELLO 2

– rispetto al livello 1, prevede un aumento della dotazione e dei componenti, oltre che l’installazione di dispositivi per la protezione e la sicurezza della casa quali il videocitofono e l’anti-intrusione.

LIVELLO 3

– oltre a un ulteriore aumento delle dotazioni, introduce la domotica a beneficio del risparmio energetico all’interno dell’abitazione. L’impianto per essere considerato domotico deve gestire almeno quattro funzioni domotiche, tra cui: anti-intrusione, controllo carichi, gestione comando luci, gestione temperatura, gestione scenari, controllo remoto, sistema diffusione sonora, rilevazione incendio, sistema antiallagamento e/o rilevazione gas.

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